L’articolo prende in esame le qualità delle lampadine a LED e la loro adattabilità a molte esigenze costruttive di lampade.

Il LED come elemento illuminante

Dopo lustri di relativo immobilismo (le lampadine a incandescenza sono vecchie di 150 anni e quella a scarica di gas è poco meno che centenaria) ecco apparire all’orizzonte dell’illuminazione un nuovo tipo di elemento illuminante: le lampadine a LED.
LED significa Light Emitting Diode: diodo a emissione di luce.
Si tratta di un componente elettronico che ha la caratteristica di trasformare l’energia elettrica che assorbe in energia luminosa.
Inventati attorno agli anni ’60 e utilizzati essenzialmente come spia per gli apparecchi elettrici, da circa un decennio hanno cominciato a essere prodotti diodi LED con efficienza e intensità luminosa tali da poter essere utilizzati come lampadine.
I vantaggi dei LED rispetto agli altri dispositivi illuminanti sono notevoli:

  • intrinseca robustezza meccanica;
  • eccellente durata (decine di migliaia di ore rispetto alle 1000-2000 ore delle lampadine ad incandescenza);
  • elevata efficienza
  • colore della luce variabile a piacimento: sono realizzabili led a luce bianca calda, bianca simile alla luce solare, verde, gialla, rossa, blu ecc.

Essendo elementi piuttosto piccoli e di potenza massima non molto elevata (1W massimo ciascuno, attualmente) le lampade a LED per fornire un’adeguata illuminazione devono essere formate da più elementi. Questo può essere visto, più che come uno svantaggio, come una caratteristica in più che consente di realizzare lampade di tipo e forma innovativi.
Attualmente il prezzo dei LED e’ ancora piuttosto elevato, ma in via di diminuzione.

 
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