Rischi e pericoli del trucco permanente:

Rischi e pericoli del trucco permanente: 

le 10 cose che nessuno vi dirà mai



Di solito uso trattare argomenti molto più tecnici, legati in senso stretto a ciò che faccio praticamente in cabina. Ma questo mio pezzo, è dedicato ad un’informazione propedeutica riguardante il trucco permanente.
Penso quindi sia utile, per il professionista, ma soprattutto per il cliente finale, fare delle considerazioni di origine preventiva, su questa fantastica quanto pericolosa disciplina.
Non molto tempo fa, lessi su un notissimo quotidiano nazionale, un articolo intitolato esattamente come questo che state leggendo. L’intento dell’omonimo pezzo, era quello di dare dei consigli alle persone che intendevano sottoporsi ad un trucco permanente. Purtroppo però, il mio “occhio clinico”, non ha potuto fare a meno di risentirsi alla vista di così tante imprecisioni ed inesattezze. E’ in realtà questo episodio che ha costituito l’incipit del mio “vademecum per l’aspirante dermopigmentato”.
Iniziamo con una precisazione dei termini che spesso ricorrono in questo argomento (frequente la domanda: “Che differenza c’è  tra trucco permanente e trucco semipermanente?“), generando solo confusione. La differenza tra trucco semipermanente e trucco permanente non esiste! Le due definizioni indicano esattamente la stessa azione. Permanere vuol dire continuare ad essere o a stare, durare. Ossia indica un periodo relativamente lungo ma indefinito! Permanente non è un sinonimo di eterno o di infinito.
Da qui, la definizione di semi-permanenza, non ha senso. Cosa dovrebbe significare avere un trucco semipermanente? Avere un trucco, per la metà di un lungo periodo? Ma se non posso quantificare il lungo periodo, come faccio a stabilirne la sua metà?

Diciamo che, la parola semi-permanente, potrebbe spaventare di meno l’ignaro cliente, perché dà l’idea di un qualcosa che dura di meno, a prescindere. Ma in realtà non è così! La definizione “trucco permanente” basta perfettamente a descrivere coerentemente il comportamento, nonché l’esito, del trattamento in questione.
Volendo definire l’azione, che genera poi un trucco permanente, possiamo riferirci tranquillamente alla definizione più ampia è idonea usata per descrivere l’azione tatuatoria o più precisamente la dermopigmentazione. Cosa significa genericamente tatuare oppure dermopigmentare? Significa spingere nel derma una preparazione colorante sterile, attraverso un ago sterile non cavo.
Ritengo che questa definizione sia la più corretta per indicare genericamente tutte e tre le sottocategorie che si avvalgono della medesima azione, che sono: Dermopigmentazione estetica (micropigmentazione para-medicale), Dermopigmentazione visagistica (trucco permanente) e dermopigmentazione artistica (Body tattoo). Cambiano le modalità, i prodotti, le attrezzature, le motivazioni di chi si sottopone, le competenze di chi propone, ma l’azione rimane tale e quale!
Il trucco permanente è semplicemente un “tatuaggio” fatto sul viso! Una DERMOPIGMENTAZIONE fatta con pigmenti bioriassorbibili e con attrezzature e tecniche specifiche. Tutto qui!
Ho letto/sentito parlare “dell’inoculare pigmento”, “dell’iniettare colore” ecc. Purtroppo queste definizioni non fanno altro che creare ulteriore confusione a discapito della categoria, spingendo le persone a pensare che si tratti di tecniche di competenza esclusivamente medica! Infatti l’iniezione è una tecnica terapeutica consistente nell’immissione diretta dei farmaci nei tessuti o nel sangue, mediante siringa e ago cavo, nulla a che vedere con il trucco permanente. Ricordo che il T.P. può essere eseguito tranquillamente anche in tutti i saloni di bellezza in possesso dei requisiti igienico sanitari previsti dalle aziende sanitarie locali, nonché dalle Leggi regionali e linee guida ministeriali.

 

1. Controllare sempre l’attestato dell’operatore a cui si richiedono lavori di trucco permanente.

Sia il trucco permanente che la micropigmentazione para-medicale, devono assolutamente essere eseguiti da operatori abilitati ad esercere tale attività, quindi in possesso di una attestazione regionale valida ai sensi della legge quadro 845. Questo per dire che l’estetista, se non in possesso del titolo appena indicato, non può eseguire trucco permanente. La prima cosa da controllare quando andiamo a farci fare un T.P., è l’attestato dell’operatore che deve praticarcelo.

2. Controllare che l’operatore disponga di regolare licenza Igienico-Sanitaria

Seconda cosa è senz’altro la licenza igienico-sanitaria del centro, in questo documento (che dovrà essere affisso per legge), deve comparire in chiaro che il centro è autorizzato a svolgere servizi di trucco permanente, oltre che estetica, tatuaggio, ecc… .

3. Controllare che i pigmenti (preparazioni coloranti) siano monodose e sterili.

La terza cosa riguarda le preparazioni coloranti che l’operatore utilizzerà su di noi. Dovranno essere, per legge, monodose e sterili. Ciò significa che dovete esigere di vedere l’apertura della “bustina di colore” impiegata per l’effettuazione del vostro lavoro! Non solo, accertatevi anche che l’operatore butti subito dopo, la bustina o il flaconcino, nel secchio dei rifiuti! E’ importantissimo.

4. Assicurarsi che l’ago sia scartato davanti a voi (e, in generale, tutta l’attrezzatura utilizzata)

Quarta cosa, scontata ma doverosa. L’ago deve essere scartato davanti a voi, ma non solo l’ago! Pretendete massimo utilizzo di materiale sterile e monouso. Quindi, per esempio, anche il bicchierino per contenere il “colore” deve essere scartato davanti a voi. Niente delle cose poggiate sul carrello dell’operatore dovranno e potranno essere riutilizzate.

 

5. Attenzione a non far utilizzare su di voi una qualsiasi matita da trucco!

Massima allerta a non far utilizzare su di voi una qualsiasi matita da trucco per la simulazione delle forme da tatuare: sopracciglia, rima labiale e rima ciliare. Questo è un errore gravissimo, sotto innumerevoli aspetti! Tra i più importanti la non sterilità e la non biocompatibilità della pasta grassa della matita. Inoltre sotto l’aspetto tecnico, il rischio di viraggi di colore è molto alto.
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6. Controllate che le attrezzatture siano protette da pellicole plastificate.

Controllate che le attrezzature siano totalmente rivestite da pellicole plastificate protettive: Sedie dell’operatore, lettino, lente, carrello, dermografo, cavo e corpo macchina.

 

7. Controllate che vengano utilizzati i DPI (Dispositivi di protezione individuale)

Occhio al camice, ai gambali, alla mascherina, alla cuffietta, al paraschizzi dell’operatore! Questi si chiamano D.P.I. (dispositivi di protezione individuale), e devono essere nuovi! Se doveste notare macchiette sospette sui D.P.I., chiedete subito il perché: se la risposta non dovesse convincervi, fuggite via più veloci che potete!!!
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8. Assicuratevi che I guanti dell’operatore siano del tipo Monouso e Sterile.

Esistono due tipi di guanto. Quelli da ispezione, li riconoscerete solo dal fatto che vengono prelevati direttamente da una scatola, di solito di cartone. Non sono imbustati a coppia, ma sono tutti ammucchiati e lasciati all’aria aperta. Mentre i guanti monouso STERILI, imbustati a paia, vanno indossati appena prima di iniziare il lavoro e durante il lavoro. Per l’allestimento ed il disallestimento della postazione di lavoro possono essere usati anche guanti monouso da ispezione, il primo tipo. guanti per trucco permanente monouso per progettazione. L’importante è che l’operatore indossi i guanti sterili prima di iniziare a bucarvi!

 

9. Diffidate di operatori troppo… “economici”.

Per quanto detto, considerando inoltre che un’abilitazione regionale costa circa 2.000 €, tenuto conto che un’attrezzatura a norma oscilla dai 2.000 ai 5.000 € ed aggiungendo che una buona formazione specifica può arrivare anche a costare 4.000 €, ritengo che un trattamento professionale di trucco permanente dovrebbe essere proposto ad un costo che si aggiri intorno ai 500 €. Su queste cose non ricercate l’affare a tutti i costi. Dubito fortemente che un operatore, avendo fatto un investimento nel proprio lavoro di circa 8.000 €, e chissà quanti sacrifici, vi possa proporre un trattamento a 150 €! Mi viene da pensare che da qualche parte abbia risparmiato…

10. Buon senso. Sempre.

I consigli che avete appena letto non sono stati esposti in ordine di importanza. Sono tutti importantissimi, vitali per alcuni aspetti! Forse però quest’ultimo punto è il più importante di tutti, ed è valido sia per chi propone il trattamento sia per chi lo riceve. Il cancro della nostra società è il -sempre più frequente- binomio Ignoranza-Azione. Valutate con calma, utilizzando il BUON SENSO.

 


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